Alleniamoci a vincere la violenza

ALLENIAMOCI A VINCERE LA VIOLENZA nasce dalla considerazione che, dopo la famiglia e la scuola, le società sportive risultano essere un’agenzia educativa importante per il/la bambino/a e che nella vita sportiva la figura dell’allenatore è uno snodo fondamentale per l’apprendimento delle regole e del rispetto di sé e dell’altro.  Lo sport affina e valorizza non solo le potenzialità fisiche ma anche quelle psichiche e può concorrere alla formazione di una personalità armonica ed equilibrata. I momenti dell’allenamento e della gara risultano essere fondamentali in quanto momenti educativi e di crescita, di educazione al conflitto e di occasione di ascolto.

Il conflitto, contrariamente a quanto comunemente si pensa, pone gli individui su un piano di parità, nasce inevitabilmente nella relazione con l’altro/a e scaturisce dalle differenze. Il suo attraversamento, nel rispetto della libertà, del desiderio, della dignità e dell’identità nostra e dell’altro/a, permette di vivere fino in fondo la relazione. Gli ultimi fatti di cronaca, che hanno visto protagonisti episodi di violenza nei confronti degli arbitri, hanno lanciato un segnale d’allarme rispetto alla necessità di lavorare con i ragazzi e con gli allenatori allo scopo di introdurre negli allenamenti uno spazio dedicato alla gestione positiva del conflitto. Le società sportive risultano avere un ruolo importante nell’educazione al conflitto; diventa fondamentale la figura dell’allenatore il quale, nel settore giovanile, è in primo luogo educatore e pertanto può contribuire significativamente allo
sviluppo armonico del bambino.
Egli influenza notevolmente il modo in cui viene percepito l’atleta, il proprio livello di capacità personale e di come viene vissuto il risultato della gara, quindi anche il livello di stress competitivo che i ragazzi possono vivere nell’attività agonistica. L’allenatore, in quanto educatore, è anche figura di riferimento
affettivo e perciò trasmette al bambino dei significati e dei valori che ne influenzano lo sviluppo. È importante che usi un modello autorevole che non eviti al fanciullo ostacoli, regole e punizioni ma, attraverso un clima affettivo e di valorizzazione, ne permetta l’affermazione di sé stesso e l’elaborazione attiva delle strategie creative di superamento delle frustrazioni che incontra (Bonino-
Saglione, 1980).

Per il bambino i momenti dell’allenamento e della gara possono essere occasioni per poter affrontare il conflitto, l’aggressività e la violenza all’interno di una situazione protetta in quanto “supportato dall’allenatore”.
Istituire regole e modi di fare però non basta: è necessario che gli allenatori siano formati per trasmettere l’importanza e il significato di questi momenti (attraverso la sfera emotiva) in modo che i bambini riescano a viverli non come una prassi ma come occasioni di vera giovialità, correttezza sportiva e considerarli come parti integranti e fondamentali del momento sportivo.
Il progetto si pone l’obiettivo di realizzare un vademecum da distribuire agli allenatori con la collaborazione delle società sportive attive nei territori di Ravenna, Cervia e Russi.

 

Il progetto è portato avanti da linea rosa

 

 

 

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